mercoledì 5 ottobre 2011

L'addio...

Ragazzi Buonasera... Questa sera preparatevi ad una Buonanotte speciale.
Vi avevamo già parlato di quanto la poesia di Nazim Himet ci entusiasmasse, ma il testo che stiamo per farvi leggere adess, assieme a ''Forse la mia ultima lettera a Mehemet'', è la più bella (a nostro modestissimo parere) che questo straordinario uomo e poeta abbia mai scritto.

Commozione.
Malinconia.
Tenerezza.
Dolore.
Vetro e sangue.
Delicatezza.
Ma sopratutto tanto, infinito amore.

L’addio
L’uomo dice alla donna
t’amo
e come:
come se stringessi tra le palme
il mio cuore, simile a scheggia di vetro
che m’insanguina i diti
quando lo spezzo
follemente.

L’uomo dice alla donna
t’amo
e come:
con la profondità dei chilometri
con l’immensità dei chilometri
cento per cento
mille per cento
cento volte l’infinitamente cento.

La donna dice all’uomo
ho guardato

con le mie labbra
con la mia testa col mio cuore
con amore con terrore, curvandomi
sulle tue labbra
sul tuo cuore
sulla tua testa.
E quello che dico adesso
l’ho imparato da te
come un mormorio nelle tenebre
e oggi so
che la terra
come una madre
dal viso di sole
allatta la sua creatura più bella.
Ma che fare?
I miei capelli sono impigliati ai diti di ciò che muore
non posso strapparne la testa
devi partire
guardando gli occhi del nuovo nato
devi abbandonarmi.

La donna ha taciuto
si sono baciati
un libro è caduto sul pavimento
una finestra si è chiusa.

È così che si sono lasciati. (Nazim Hikmet)

Fate bei sogni (praticamente scontato dopo la lettura di questa poesia) Casmola and Rosbola :)

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