mercoledì 12 ottobre 2011

Letture pomeridiane: Incipit di ''Narciso e Boccadoro'' di Herman Hesse

Salve Amici Buon pomeriggio! Dovete scusarci se ieri vi abbiamo lasciato leggermente a digiuno di post ma, come vi avevamo già detto un paio di altre volte, ogni tanto blogger fa i capricci e non ci permette di stabilire una giusta comunicazione la rete di casolandia ed il resto del mondo (da notare che quanto abbiamo appena detto non ha alcun senso, è infatti solo frutto della nostra fervida... fervida fantasia LOL), ergo non è colpa nostra :DDDD Quindi non siate adirati con noi, anche perchè, per rimediare, stiamo per proporvi una fantastica lettura con la quale riempire questo pomeriggio il cui cielo, ormai, volge all'imbrunire. Si tratta di una romanzo che ci ha sempre affascinate ma che purtroppo attende in wishlist assieme a 999 altri meravigliosi libri che desidereremmo acquistare (T.T). Ce la faremo mai a leggerlo? Non si sa! Voi incrociate le dita per noi e nel frattempo, quantomeno, gustiamoci l'incipit in sieme... Si tratta di (come sempre, rullo di tamburi prego parentesi nella parentesi (dovreste esservi abituati, su su!!!)): Narciso e Boccadoro di Herman Hesse.

Autore: Herman Hesse
Prezzo: 9.50 euro
Formato: Tascabile
Editore: Mondadori
Collana: Oscar classici mondadori
Titolo originale: Narziss und Goldmund
Lingua originale: Tedesco
Pagine: 432

Capitolo 1
<<Davanti all′arco d′ingresso, retto da colonnette gemelle, del convento di Mariabronn, sul margine della strada c′era un castagno, un solitario figlio del Sud, che un pellegrino aveva riportato da Roma in tempi lontani, un nobile castagno dal tronco vigoroso; la cerchia de′ suoi rami si chinava dolcemente sopra la strada, respirava libera ed ampia nel vento; in primavera, quando intorno tutto era già verde ed anche i noci del monastero mettevano già le loro foglioline rossicce, esso faceva attendere ancora a lungo le sue fronde, poi quando le notti eran più brevi, irradiava di tra il fogliame la sua fioritura esotica, d′un verde bianchiccio e languido, dal profumo aspro e intenso, pieno di richiami, quasi opprimente; e in ottobre, quando l′altra frutta era già raccolta ed il vino nei tini, lasciava cadere al vento d′autunno i frutti spinosi dalla corona ingiallita: non tutti gli anni maturavano; per essi s′azzuffavano i ragazzi del convento, e il sottopriore Gregorio, oriundo del mezzodî, li arrostiva in camera sua sul fuoco del camino. Esotico e delicato, il bell′albero faceva stormir la sua chioma sopra l′ingresso del convento, ospite sensibile e facilmente infreddolito, originario d′altra zona, misteriosamente imparentato con le agili colonnette gemelle del portale e con la decorazione in pietra degli archi delle finestre, dei cornicioni e dei pilastri, amato da chi aveva sangue latino nelle vene e guardato con curiosità, come uno straniero, dalla gente del luogo.>>

Allora che cosa ne pensate? Vi stuzzica???

A più tardi Casmi e Rosbì :D

1 commento:

  1. L'ho letto esattamente nell'estate del 1996.
    Ancora oggi è uno dei romanzi cui sono sentimentalmente più legato.
    E' stata una delle pietre miliari della mia adolescenza letteraria: bellissimo.

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