domenica 26 giugno 2011

"La pietra filosofale"

In onore di Harry Potter di cui sta per uscire l'ultimo (ed attesissimo) film (si si attesissimo ^^)(amore segreto di Rosbì) oggi vi mostriamo la pietra filosofale (in latino lapis philosophorum o "pietra dei filosofi") è, per eccellenza, la sostanza catalizzatrice simbolo dell'alchimia, capace di risanare la corruzione della materia.


La pietra filosofale sarebbe dotata di tre proprietà straordinarie:
  1. fornire un elisir di lunga vita in grado di conferire l'immortalità fornendo la panacea universale per qualsiasi malattia;
  2. far acquisire l'onniscienza ovvero la conoscenza assoluta del passato e del futuro, del bene e del male (cosa che spiegherebbe anche l'attributo di "filosofale");
  3. la possibilità infine di trasmutare in oro i metalli vili (proprietà che ha colpito maggiormente l'avidità popolare).
Il concetto ha apparentemente avuto origine dalle teorie dell'alchimista musulmano Geber (Jabir ibn Hayyan). Egli analizzò ciascuno dei quattro elementi aristotelici (fuoco, acqua, terra, aria) nei termini delle quattro qualità di base: caldo, freddo, secco e umido. In questo modo, il fuoco era caldo e secco, la terra fredda e secca, l'acqua fredda e umida, e l'aria calda e umida. Teorizzò inoltre che ogni metallo fosse una combinazione di questi quattro principi, due di questi interiori e due esteriori.
La credenza nel "triplo potere" della pietra filosofale avrebbe radici profonde; essendo considerato l'oro un metallo "immortale", capire come produrlo a partire da metalli vili significa comprendere come rendere immortale un corpo mortale. L'oro inoltre è simile alla luce che è simile allo spirito. Trasformare tutti i metalli in oro significa quindi trasformare la materialità in spirito.
Per secoli e secoli alchimisti e scienziati hanno rivolto tutti i loro sforzi alla ricerca della pietra, specialmente durante il Rinascimento.
Alla corte dell'imperatore Rodolfo II, John Dee avrebbe operato una trasmutazione del piombo in oro di fronte a testimoni. Le ricerche della Pietra Filosofale da parte di John Dee furono prese come spunto da Gustav Meyrink per il suo romanzo L'angelo alla finestra d'occidente.
Nonostante l'enorme potere di arricchimento che la pietra avrebbe conferito agli alchimisti, costoro tuttavia sarebbero stati tenuti ad usarla per scopi strettamente umanitari, dovendo essi sviluppare un senso morale parallelo all'elaborazione della pietra e che costituiva anzi una condicio sine qua non per la riuscita finale del loro operare.
Per produrla si diceva occorresse infatti la disponibilità del grande "Agente universale" o Anima del mondo (altrimenti detta Azoto) che era la Luce astrale divina che permeava di sé ogni elemento della realtà.
Anche Cagliostro nel Settecento affermò di esserne in possesso, e di saper operare trasmutazioni dai metalli vili in oro.
E questo è tutto per questa affascinante pietra ( riflettavamo che in effetti se riuscissimo a trasformare tutto in oro poi l'oro perderebbe di valore e non servirebbe più a nulla :P)

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