martedì 26 aprile 2011

Dalla libreria di Casmi & Rosbì: Recensione di ''Emmaus'' di Alessandro Baricco

Salve Ragazzi, Buon pomeriggio. Quest'oggi volevamo portarvi a fare un'altro giro nella nostra libreria, per frugare tra vecchi testi, nuovi acquisti, ma sopratutto per parlarvi di una delle nostre ultime letture: Emmaus di Alessandro Baricco.
Auore: Alessandro Baricco
Prezzo: 13.00 euro
Formato: Brossura
Pagine: 139
Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Anno di pubblicazione 2009
Generi: Romanzi e Letterature, Romanzi italiani contemporanei

"Abbiamo tutti sedici, diciassette anni - ma senza saperlo veramente, è l'unica età che possiamo immaginare: a stento sappiamo il passato". cit. (in questa frase è possibile riassumere il contenuto dell'intero libro. Vi state chiedendo come sia possibile? Bene, leggete e vedrete...)

Recensione: Il primo aggettivo che ci viene in mente pensando a questo libro è obsoleto, anche se non siamo sicure di riuscire a spiegarne il motivo.
Non siamo delle proprio quelle che si possono definire delle lettrici alle prime armi, ma non ci era mai capitato di leggere qualcosa del genere.
Anzitutto c’è da dire che questo libro ci è stato ‘’ commissionato ‘’ dalla prof, che forse per una botta ricevuta in testa o una caduta dalla scale, ha deciso di farci, cosa mai accaduta prima, leggere un libro. Solitamente quando ci si accinge ad aprire un libro assegnatoci a scuola si parte prevenuti, ci cerca sempre, per quanto la lettura possa rivelarsi stranamente piacevole, di trovare un qualche difetto, come se le scelte dei docenti non potessero in alcun modo combaciare con le nostre. In realtà, non è affatto così. Casmi e Rosbì, già lo sapevano, ma ci sono ricascate come due pere cotte. Abbiamo imparato, nel corso della nostra breve esistenza, che qualsiasi storia, anche solo per una pagina, vale la pena di essere letta, poiché possiede una sua intrinseca bellezza da tirar fuori, scoprire ed apprezzare. In questa determinata circostanza, sbagliando, siamo partite prevenute, lasciandoci forse influenzare dal giudizio di qualche amica che aveva già letto qualcosa di Baricco, e lasciatevelo dire siamo state due stolte.
 Si, perché per quanto questo libro ci abbia stupito, nella sua particolarissima stranezza, ci è sicuramente anche piaciuto. Anzitutto abbiamo apprezzato l’inconfondibile penna dell’autore, che scrive dipingendo quadri, ornando vecchi abiti dimenticati nell’armadio con pizzo nuovo e bianchissimo. Alessandro Baricco è stato infatti in grado di conferire alla semplice e ormai quasi banale tematica della vita adolescenziale, un volto del tutto differente da quello che siamo soliti vedere o per meglio dire, leggere. Con le sue divagazioni sociologiche, psicologiche, intimistiche e le sue riflessioni a carattere religioso, è riuscito a descrivere una generazione di giovani, appartenenti alla fine del precedente secolo, che incarna perfettamente, racchiudendolo in se stessa, tutto il dramma della realtà, assieme alla debole forza di risorgere dalle ceneri per tornare a splendere. In particolar modo, abbiamo apprezzato l’interessamento dello scrittore verso le tematiche mistiche, che seppure vengono qualche volta trattate all’interno di romanzi, non si intrecciano mai con le storie di adolescenti. Invece in Emmaus, accade proprio, sorprendentemente questo, come ci viene dimostrato dallo stesso titolo. La storia, le vicende di ciascuno dei quattro personaggi protagonisti sono legate e prendono forma dal loro legame con la Chiesa. Essi ad esempio hanno come interesse comune la musica, suonano infatti all’interno di un gruppo, un gruppo che anime la messa domenicale. Tuttavia non dobbiamo essere portati a pensare che si tratti della solita favoletta, avente a cuore solo ed esclusivamente la persuasione ad aderire al credo cristiano, al contrario, e seppure questo avviene al termine della narrazione, accade in modo talmente sottile che né il lettore né i protagonisti sembrano accorgersene. Difatti Bobby, il Santo, Luca – questi sono i loro nomi – e la voce narrante, trascorrono ogni giorno della loro vita, chiedendosi come mai fanno, accettandolo passivamente, quello che fanno ogni santo giorno: La Chiesa, le preghiere, il volontario… Il loro comportarsi, almeno in superficie da ‘’ brave persone ‘’; interrogano la propria anima sul perché le loro vite abbiamo imboccato quel preciso sentiero e, se sia possibile effettuare un inversione di marcia. E abbiamo che proprio questi particolari punti, dove si inseriscono le divagazioni riflessive dell’autore, tendono ad essere i più interessanti, quasi magici. Ad essi poi seguono, purtroppo o menomale - a voi la scelta - le costatazioni, le conclusioni dell’ affannata ricerca di risposte ai più grandi interrogativi dell’esistenza umana, che caratterizza e plasma le menti di tutti quanti i giovani. In particolar modo, dopo tanto cercare la risposta che sopraggiunge è: E’ possibile effettuare un cambio di direzione. Ma quando questo avviene, quando i protagonisti imparano a sperimentare il rischio di scegliere da soli a cosa ribellarsi e a cosa rimanere fedeli, quale sia la cosa più giusta da fare, ecco che compaiono, irrimediabilmente, i guai. O forse dovremmo dire il guaio, perché questo è uno solo e si chiama Andre, rigorosamente con l’accento sulla a. Questa prestante fanciulla, costituisce la domanda e al contempo la risposta a tutti i quesiti dei personaggi, il più grande mistero, dopo quello divino, nascosto tra le pagine di Emmaus. Andre, al contrario del gruppo di amici, ci viene sufficientemente descritta nel suo aspetto esteriore:  presenza aitante, bellezza fuori dal comune, tratti del viso delicati, gesti eleganti, talvolta semplici altre volte altezzosi; ma non ci viene fornito alcuna informazione circa la sua personalità controversa. E’ come se ci fosse permesso di osservarla al di fuori di una porta schiusa solo leggermente, attraverso un debole spiraglio di luce. Non riusciamo a coglierne la voce, l’espressione del volto, ma solo i suoi movimenti, talvolta a scatti. Sta infatti al lettore farsi una sua idea di Andre, interpretarla a proprio modo, condannandola o salvandola. Il suo giudizio è affidato alla coscienza di ognuno. Dobbiamo ancora dirvi che all’interno di questo libro non si fanno selezioni, la realtà viene inglobata in tutte le sue forme e quindi la maggior parte delle volte anche nei suoi aspetti più scabrosi e crudi, che seppure lasciano senza parola, sono degli importanti e preziosi spunti di riflessione.  Infatti ciò che anima Andre, come anche il resto dei protagonisti, è proprio il tormento interiore, l’oppressione e la ricerca di un qualcosa che né essi conoscono o conosceranno, né arriveranno mai  a possedere (in effeti qualcuno arriva alla fine del traguardo…).
Emmaus è una storia che inizialmente sembra scivolare come se nulla fosse, ma in realtà, lascia sotto pelle dei lividi, di cui non potete neanche immaginare le proporzioni. Si tratta di un romanzo formativo, particolarissimo, a tratti toccante, che anche e soprattutto per l’ impeccabile, terso e smagliante stile dell’autore vi consigliamo di leggere.

Buone letture Casmi & Rosbì! :)

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