venerdì 11 novembre 2011

Great Women's Portrait: Cristina di Svezia

Salve Ragazzi! Ben ritrovati sul nostro dolce e confortevole rifugio! Come state? Com'è andata questa giornata? Noi oggi (non per vantarci! XD) abbiamo svolto il compito d'italiano e abbiamo scritto due saggi brevi... Meravigliosi! Ok magari ne siamo un po' troppo entusiaste, ma che volete farci è la vita, per una volta che le cose ci vanno bene! (compensiamo con la matematica!) Il tema assegnato era la libertà-tirannia, con riferimenti al primo canto del Purgatorio nel quale Dante ci presenta la figura di Catone. Due balls quadrate direte voi, ma invece non controbbattiamo dicendo... Caspita davveso interessante! E sapete qual'è l'altra cosa fantastica? Che da una stessa identica traccia Casmi e Rosbì abbiano tirato fuori tesi diametralmente opposte! Cioè, incredibile. Abbiamo poi l'abitudine, al termine di ogni compito d'italiano, prima che suoni la campanella, di leggere ognuna lo scritto dell'altra per scambiarci correzioni e suggerimenti ed oggi dopo aver consegnato il lavoro alla prof ci siamo strette la mano compiaciute, che squadra!!!!

Prima però che vi annoiate eccessivamente, passiamo al dunque. Quest'oggi avevamo intenzione di proporvi la vicenda biografica di un'altra grande donna del passato, questo giro piuttosto anzionatta (povera Cristina ^^'') vissuta ovvero secoli e secoli fa. Fate dunque spazio perchè sta per arrivare qui, sulla nostra Casa sull'albero, in esclusiva per Casmi & Rosbì (neanche fosse una D'urso intervista!), Cristina di Svezia!!!!! Rullo di tamburi prego U.U

Cristina di Svezia, Cristina Alessandra Maria dopo la conversione al cattolicesimo (Stoccolma, 18 dicembre 1626 – Roma, 19 aprile 1689), fu regina di Svezia dal 1632 (con pieni poteri dal 1650) al 1654. Personalità complessa e anticonformista, era appassionata d'arte e di filosofia.

Era figlia del re Gustavo II Vasa (1594 – 1632), che regnò in Svezia dal 1611 al 1632) e di Maria Eleonora del Brandeburgo (1599 – 1655).  Morto Gustavo II Adolfo durante la Guerra dei Trent'Anni Cristina, unica erede, si ritrovò ad ereditare la corona a soli 6 anni. Per dodici anni,  la Svezia venne dunque governata da un Governo di Reggenza. Personalità ricca e complessa, dotata di grande intelligenza, di straordinario temperamento e di un forte senso del proprio ruolo, naturalmente assolutista, verso i vent'anni cominciò ad entrare in rotta di collisione con la Reggenza, che puntavano ormai a darle marito, in modo da assicurare alla Svezia un vero re. Ma Cristina, pur essendo pronta ad innamorarsi, ebbe sempre un forte rifiuto del matrimonio, non rassegnandosi all'idea di passare in seconda linea rispetto a chi, sposandola, sarebbe diventato re del "suo" regno. E al Senato, che nel 1649 la sollecitava di nuovo al matrimonio, rispose chiaramente: «.. il matrimonio implica delle soggezioni alle quali io non mi sento in grado di sottostare, e non posso prevedere quando sarò in grado di vincere questa ripugnanza». Probabilmente per sottrarsi a queste pressioni, Cristina dichiarò principe ereditario il cugino Gustavo Adolfo, il 10 marzo 1649.

Il suo stile di vita sembrò all'epoca assai mascolino, e le dicerie contemporanee le attribuirono costantemente comportamenti libertini, sia prima che dopo la conversione al cattolicesimo. Tuttavia la giovane regina Cristina ebbe due grandi passioni "alte": la pace e la cultura. Personalmente poco interessata alle lotte religiose, perseguì tenacemente la pace e accolse il trattato di Vestfalia con grande sollievo. Era molto interessata, invece, alla cultura e alla mondanità della corte francese: chiamò presso di sé, tra altri intellettuali e artisti, il filosofo René Descartes, di cui immaginava di fare un proprio maestro. Il filosofo in effetti si avventurò in Svezia, arrivando in ottobre. Morì di polmonite  proprio a Stoccolma, l'11 febbraio 1650, lasciato un po' in disparte dalla sua "allieva", che in quel periodo era tutta presa a organizzare la propria incoronazione, prevista per il 20 ottobre a Stoccolma. L'incoronazione avvenne, come previsto, la domenica 20 ottobre, con grandissimo sfarzo, e le feste durarono fino al 9 gennaio.

Tuttavia Cristina regnava su un paese povero, dove le guerre avevano rafforzato l'aristocrazia, aumentata di numero dal bisogno di coprire le aumentate spese di corte con la creazione di nuovi nobili, mentre le rendite proprie della corte erano state ridotte dalle cessioni di terre ai nuovi aristocratici. La Chiesa cattolica, che aveva considerato il luterano Gustavo Adolfo II tra i suoi più pericolosi avversari, e riteneva di grande importanza ricondurre all'ovile qualcuno dei sovrani protestanti, sollecitò accortamente e pervicacemente l'abiura della giovane regina, mettendole a fianco, già dal 1650, il gesuita portoghese António Macedo. Alla fine Cristina, corteggiatissima da intellettuali cattolici come Blaise Pascal, ottenute garanzie che le sembravano sufficienti circa il mantenimento del proprio status regale, il 23 febbraio 1654 annunciò la propria irrevocabile abdicazione a favore del cugino Carlo Gustavo, riguadagnando la propria libertà.
Per poter lasciare il paese senza drammi o disordini, Cristina dissimulò anche con il suo cugino e successore la propria conversione al cattolicesimo e la propria vera mèta, e attraversò la Svezia in incognito, a cavallo, vestita da uomo e con una piccola scorta, dicendosi diretta in Danimarca. Al momento di passare il confine congedò il suo cappellano protestante, diretta a Roma.

In una Roma finalmente libera, la regina Cristina fu accolta con grandi onori e feste dal nuovo papa Alessandro VII Chigi e dalla nobiltà romana. In suo onore fu restaurata da Gianlorenzo Bernini Porta del Popolo, sulla quale può ancor oggi esser letta la scritta che inneggia al «suo felice e fausto ingresso» in città («Felici faustoque ingressui»), sottostare al simbolo araldico dei Chigi cinto dai fasci di spighe dei Vasa.  Scelse di insediarsi nel prospiciente bel Palazzo Riario alla Lungara, divenuto la sua residenza definitiva solo dal 1663, il cui grande parco saliva fino in cima al Gianicolo. Qui Cristina, che non aveva mai rinunciato al titolo di regina, installò la sua piccola corte, e di palazzo Riario fece la base di intrighi, viaggi diplomatici, feste e avventure galanti - ma anche di vaste relazioni intellettuali. Morì nel 1689, confortata solo dal cugino, il marchese Michele Garagnani, dopo essere stata la convertita preferita di ben quattro papi.  Suo erede fu il cardinale Decio Azzolino, il quale però morì poco dopo. Il patrimonio artistico che arricchiva il palazzo Riario andò disperso a prezzi irrisori tra i nobili romani, mentre il successivo papa, Alessandro VIII, comprò "per un pezzo di pane" la splendida biblioteca. Fu sepolta nelle grotte vaticane della Basilica di San Pietro, come accadeva nel IX e X secolo per i re sassoni venuti a Roma per convertirsi.

Casmi e Rosbì :)

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