martedì 15 marzo 2011

Dalla libreria di Casmi & Rosbì: Recensione di "Madame Bovary"

Direttamente dalla Libreria di Casmi & Rosbì la recensione di ''Madame Bovary'' di Gustave Flaubert... :)


Autore: Gustave Flaubert.
Anno della prima pubblicazione originale: 1856.
Genere: Romanzo.
Lingua originale: Francese.


Breve Sunto: Figlia di un proprietario terriero, Emma aspira a una vita di passione e di lussi. Così sposa Charles Bovary, medico condotto a Tostes, ma delusa e depressa dalla vita, si trasferisce a Yonville. L’umore di Emma non cambia, nemmeno con la nascita di una figlia. Si lascia allora corteggiare da Léon Depuis praticante notaio, ma è dopo la partenza del giovane, che Emma incontra Rodolphe Boulanger, e si abbandona all’adulterio. Il fallimento di un’operazione compiuta da Charles, porta al limite il suo disprezzo per il marito. Cerca allora di fuggire con l’amante, che, però, l’abbandona. Disperata, si consola allora con Léon, incontrato per caso. Questa relazione la spinge a contrarre debiti, e oppressa da quest’ultimi, Emma si suicida. Charles dopo aver perdonato Emma, muore di dolore.

Personaggi principali: Emma Bovary e Charles Bovary

Descrizione: Madame Bovary è forse uno dei più interessanti personaggi di tutto il panorama letterario degli ultimi 200 anni; riesce a raccogliere in se stessa, tutti gli innumerevoli difetti dell’animo umano, ma anche tutta la sua sensibilità, la sua incredibile ed in quantificabile voluttà e boriosità. E forte, ma è debole, triste ma felice, preda e cacciatrice ma insieme inqualificabilmente sola. Ha tanto da dire, mille pagine che scorrono veloci nel suo cuore; ma non sa leggerle, non sa come cacciarle fuori, come urlarle al mondo. In parte, è però, anche il suo tempo ad impedirle di farlo; l’ottocento è il secolo dell’amore, in cui però vigono le rigide regole della società. E in un certo senso Emma è una perenne adolescente che sogna quell’amore eterno, notoriamente irraggiungibile, inseguendo l’amore insegue implicitamente quella felicità che l’uomo stesso insegue da ormai troppo tempo, ma se la vera felicità consistesse nel cercarla? Il grande errore di Emma è questo, non porsi delle domande, ma cercare solamente le risposte. Vuole trovare la felicità nelle cose materiali e arriva persino ad indebitarsi in modo irreparabile, ancora la cerca nelle passioni struggenti che ricordano, per l’appunto, la sua gioventù la sua gioventù in collegio, le storie d’amore di cui leggeva con il cosi detto “ e vissero tutti felici e contenti” ed è proprio il lieto fine quello che cerca questa donna mai cresciuta o forse cresciuta troppo in fretta e che per questo ha perso troppe tappe. Una donna che dato e continuerà a dare, molto a chiunque avrà il piacere di leggere le sue confuse gesta senza giudicarla cattiva, depressa e magari anche schizofrenica, ma anzi, capace di comprendere il suo amore per l’amore stesso, il suo odio incomprensibile per l’amore. Infatti odia l’amore che Charles le riserva in quanto la opprime, è talmente tanto da non permetterle di respirare, la riempie talmente tanto da risultarle persino nauseabondo, per lei che è unica nel suo genere, forse anche troppo unica. Una bambina a cui non è stato ad amare, benché fosse nata nell’epoca dell’amore …  

Charles Bovary: Charles al contrario della moglie non è per nulla innamorato dell’amore, ma della tenerezza che gli suscitano i piccoli gesti di Emma, quelli che lei proprio non sopporta. Senza Charles, Emma però non esisterebbe, Charles, infatti, e la sua valvola di sfogo ed una volta appurato che non poteva essere il suo grande amore non gli rimaneva che riporre su di lui le tristi apprensioni di una madre. Ci rendiamo conto che Charles è soggetto sempre alla volontà di Emma. Un uomo senza ambizioni, che viene usato come pretesto dalla moglie che adora, o forse è portato solo subdolamente ad amare; per giustificare gli errori compiuti nel corso della sua vita. Ma se lui non è influente sulle decisioni della moglie ed è solo un suo sottoposto che si accontenta della mediocrità, può essere vero anche il contrario e cioè che sia Emma a tappare implicitamente le ali al povero Charles. Questa per convenzioni sociali e per poter migliorare la sua condizione sociale lo sprona a cose nuove di continuo, ma Charles sa in cuor suo che quello sporadico interessamento non è dettato dall’amore  né tantomeno da un minimo di simpatia ma solo dall’enorme egocentrismo di Emma. I n conclusione volendo contare quante volte compare sulla carta il nome di Charles  e  quante volte quello di Emma; quello di Emma prevale sempre persino in una parte di testo che dovrebbe parlare di lui.  

Giudizio finale: “Madame Bovary”, il libro, in cui si reperisce tutta la forza che l’uomo può generare, nella sua immensa fragilità. Emma riesce a raccogliere tutto quell’oblio, che nasconde la vita, dietro la sua falsa misericordia, tutti quegli ideali che reputiamo provincia lotti, ma nei quali crediamo- con un po’ di vergogna- fermamente. La futilità delle cose materiali, ma anche l’incredibile gioia che ci possono donare, qundo sono legati a gesti, parole noi familiari; ma anche legati semplicemente alla loro forma, alla loro bellezza. Ti riempie e ti svuota allo stesso tempo, ti colma di pensieri , sogni, riflessioni, emozioni, sensazioni, colori, animo… e ti svuota di ogni favola, ti mette, in modo così subdolo la cruda realtà dinanzi, da riuscire infine ad ammaliarti , ha trascinarti nel suo incontrastabile vortice di follia e di amore. La storia segue quella logica, non logica, che la vita reale ci impone; allontana i “cattivi” pensieri per lasciare al loro posto un amaro sorriso, senza né capo, né coda, indefinito nella sua definizione senza fine. Una storia che ci propone ancora una volta, senza mai stancarci, quel romanticismo un po’ acre un po’ dolce capace di farci sognare, di farci pensare perché no, di farci anche soffrire un pochino senza però lasciarci troppo amaro in bocca. E agli stolti che non hanno compreso la grande, triste, rude ed elegante verità di questo libro o che lo hanno giudicato senza ritegno, che hanno pensato alla piccola, dolce, tenera Emma come ad una disillusa egocentrica; sappia che ha pienamente ragione perché è questo sì, ma molto altro ancora. Qualcosa che non tutti hanno la capacità di comprendere appieno senza giudicare in modo spietato: in ogni storia ci sono due versioni; quella che tutti possono vedere con facilità, e quella che si fatica un po’ di più a riconoscere, perché fa parte del nostro lato oscuro, quello che ci sforiamo in ogni modo di nascondere, ma che probabilmente più di una volta dovrebbe uscire allo scoperto.     

E quindi vi lasciamo con una frase celebre di Flaubert stesso: "Madame Bovary nè c'è pas moi Madame Bovary c'è tout nous" 

Buona lettura Casmi & Rosbì.

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